“LA CLASSE DI BICEK È UN RING IN CUI SI FRONTEGGIANO ERRORI E PREGIUDIZI, SENZA ESCLUSIONE DI COLPI”

L’insegnante di ruolo deve assentarsi perché prossima al parto e al suo posto arriva nel liceo sloveno il professore di tedesco Zupan. I metodi dell’uomo sono rigidi, freddi e punitivi, agli occhi di una classe abituata ad un clima di amichevole negoziazione tra allievi e professori. Quando una studentessa, Sabina, si suicida apparentemente senza motivo, i compagni sconvolti incolpano il professore e le sue richieste troppo esigenti. Ma, nel corso del lutto, il fronte unito della ribellione contro Zupan comincia ad incrinarsi e il vortice delle accuse si complica e si esaspera.
“Voi sloveni, quando non vi suicidate, vi uccidete tra voi”, sentenzia un ragazzo asiatico, illuminando una delle chiavi di lettura di questo riuscitissimo lungo d’esordio di Bicek. Ma, fuori dal racconto come dentro di esso, non è tutto bianco e nero, e al giovane regista non interessa solo la metafora della classe come riflesso in piccolo di una società ancora divisa al suo interno tra fazioni opposte che risalgono alla seconda guerra mondiale, né l’aderenza ad una realtà drammatica che conta in Slovenia un numero di suicidi a tutt’oggi ancora altissimo: nel suo film, mette anche un po’ di sé, con il ricordo della radio scolastica e l’episodio cardine del suicidio di una di una ragazza, che ha fatto parte della sua storia di liceale.

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Un film di Rok Bicek. Con Igor Samobor, Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik, Masa Derganc, Robert Prebil, Voranc Boh, Daša Cupevski, Doroteja Nadrah – Titolo originale: Razredni sovraznik – Drammatico – durata 112 min. – Slovenia 2013