Si è aperto il sipario sulla settima edizione del Busto Arsizio Film Festival, un’edizione particolarmente ricca di ospiti illustri, a partire dal presidente di giuria Pupi Avati, proprio in concomitanza dell’uscita nelle sale del suo ultimo film “Gli Amici Del Bar Margherita”. Ma – Avati perdonerà – è un personaggio che ha davvero fatto la Storia del cinema ad aver scaldato davvero, sabato 28 marzo, il palco della kermesse. Stiamo parlando di Peter Fonda, che con “Easy Rider”, nel 1969, cambiò, insieme a Dennis Hopper, il modo di fare cinema negli Stati Uniti. Lo abbiamo incontrato in conferenza stampa, un’occasione in cui l’attore e regista americano si è dato senza sconti, parlando per ore di sé, della società, del cinema.

Tra i temi scelti per quest’anno dal B.A. Film Festival c’è il disagio giovanile, questione da lei affrontata sia in “Easy Rider” che in “Il Ritorno Di Harry Collings” e “L’Oro di Ulisse”. Come vede la situazione oggi?
Era il 27 settembre del 1967, a Toronto, quando ho scritto, in sole quattro ore, il soggetto di “Easy Rider”. Scuotere la gabbia, esprimere il mio disagio verso l’ordine costituito. Ecco quello che volevo esprimere e che è stato efficacemente riassunto nella frase promozionale scelta per il film: “Un uomo che sta cercando l’America ma che non la trova da nessuna parte”. Quello che vedevo era razzismo, povertà e intolleranza e, purtroppo, è ciò che vediamo tutti anche oggi.

“Easy Rider”, oltre a essere un film di protesta, ha riscosso molto successo al botteghino. Come spiega invece il caso di “Zabriskie Point”, del 1970, rifiutato sia dalla critica che dal pubblico americano?
Non penso che il sistema accettò mai “Easy Rider”: è stato il pubblico a decretarne il successo. Nel caso di Antonioni, sicuramente, c’è da considerare l’atteggiamento della critica, che ha voluto un po’ distruggere la sua figura di regista dopo averla posta sopra un piedistallo. Inoltre, quando si è troppo critici – e con bersagli precisi – si rischia molto: tutto ciò può essere accettato in un documentario ma difficilmente in un’opera di fiction. In ogni caso, anche “Zabriskie Point” ebbe la propria circolazione, e negli Stati Uniti in molti lo apprezzarono.

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Fonte: www.loudvision.it